A TU X TU CON …Charlie Burgio. Da Palermo a Londra. Una storia di successo

Sapete cos’è il sense of wonder?

Pensate sia facile ottenerlo?

Come si fa a tradurre la meraviglia in un’immagine?

Lo chiediamo oggi a Charlie Burgio, fotografo siciliano di successo che ha fatto della sua arte un brand, “CB Photography”.

Charlie Burgio è l’artista che ha fotografato il Golden Tour di Kylie Minogue, realizzato set in location come il Palazzo Reale di St. James e il Natural History Museum di Londra e seguito stilisti internazionali quali Mark Fast.

Il celebre Ritz hotel e l’avveniristica O2 Arena hanno fatto da sfondo a eventi che Charlie ha raccontato con la sua macchina fotografica ma i primi passi Charlie li ha mossi in uno scenario assai lontano e diverso da Londra.

  • Charlie quando sei partito da Palermo e hai deciso di trasferirti in Gran Bretagna? Perché hai scelto di andare altrove? È stato difficile?

Ricordo ancora con grande emozione il giorno in cui lasciai Palermo nel 2013, gli ultimi saluti all’aeroporto e poi l’arrivo a Londra, tutta la mia vita in una valigia, pagina bianca, nuovo inizio. La mia storia a Londra inizia come quella di tantissimi giovani che lasciano l’Italia alla ricerca di possibilità, di un futuro migliore e della libertà di essere se stessi. Nel mio caso specifico, il trasferimento a Londra è stato una necessità più che una semplice voglia di cambiamento. Avendo iniziato il mio percorso da fotografo nel 2008 a Palermo ho avuto modo di studiare,  di fare una lunga gavetta lasciandomi ispirare dalla mia terra; nel mio piccolo avevo creato un nome che la gente apprezzava ed uno stile fotografico di riconoscimento immediato.

Intorno al 2010, le principali aziende produttrici di macchine fotografiche, misero in commercio fotocamere Reflex a poco più di 200€, questo ha segnato l’inizio di ciò che io definisco “la svalutazione del mestiere del fotografo”. Un fenomeno inarrestabile che ha investito tutta l’Italia e che ha fatto sì che diventare fotografo fosse l’alternativa di tendenza per tantissime persone, anche per chi era ben lontano da questo mondo, e rappresentava solo un tentativo come un altro, per trovare lavoro. Da lì centinaia di “neofotografi” si erano introdotti nel commercio senza studi ed esperienze adeguate, offrendo prezzi bassissimi e spesso lavorando gratis; è facile immaginare come questo fenomeno di svalutazione abbia danneggiato gravemente il settore fotografico in un contesto in cui il consumatore medio non è acculturato sul concetto di fotografia di qualità ed è quindi attratto dalla convenienza prima di tutto. A quel punto ho capito che era tempo di cambiare, ho lasciato che la mia ambizione mi guidasse anche se ciò  significava lasciare  la mia amata terra.    

Se è stato difficile?

É stato difficilissimo. Immagina di dovere lasciare tutto ciò che hai e che conosci per certo e di dover ricominciare da zero, in una nuova città, in un’altra nazione dove molte cose funzionano al contrario e dove non conosci nessuno. Il sogno londinese, un po’ come quello americano, è un’ideale perché la realtà è ben diversa. Ho iniziato svolgendo lavori diversi, a volte anche in parallelo con la fotografia fino a quando con grande sacrificio sono riuscito a dedicarmi solo ad essa.

Le immagini che realizzi sono un inno alla bellezza. Una bellezza che parla però e invia messaggi. Prendiamo ad esempio Rebirth, il progetto foto e video realizzato con diverse modelle e su numerosi set. Splendido, aggiungo, quello che ha come sfondo l’Orto Botanico di Palermo…

Mi fa piacere tu l’abbia notato. Il progetto ha come obiettivo comune anche quello della valorizzazione del territorio siciliano per questo ho incluso tante altre importanti location come Mondello e le  Riserve Naturali , Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra.

Nuove tecniche fotografiche, contenuti originali per raccontare una donna forte, sicura di sé, che si muove in una “giungla urbana” e sa scegliere. Siamo lontani da un’immagine stereotipata di donna oggetto che come fotografo di moda immagino tu conosca bene.

  • Quanto è importante far passare questo messaggio? Ci racconti di quell’incredibile thè pomeridiano che si trasforma in una festa del colore?

Conosciamo tutti la lunga e tortuosa strada che le donne hanno dovuto intraprendere già a partire dal Settecento per la rivendicazione dei propri diritti,  e sebbene le conquiste fatte siano state tante e la società moderna abbia raggiunto un nuovo equilibrio tra i sessi, la figura della donna nel contesto mediatico contemporaneo è ancora strumentalizzata e stereotipata. Le donne sono per me “muse ispiratrici” e come tali vanno raccontate in bellissime immagini che non necessitano la strumentalizzazione del loro corpo, scadendo nel volgare, nella nudità o nel già visto. Voglio raccontare di una donna che trova la bellezza in sé e che rinasce forte ed inarrestabile, che non richiede  l’approvazione da parte di nessuno. Il messaggio è importante ed attuale visto che le donne ad oggi sono ancora vittime non solo della strumentalizzazione della loro immagine ma di violenza fisica e psicologica.

Il set dell’Afternoon Tea è ispirato alla mia vita a Londra ed è sicuramente uno dei concept più divertenti che abbia mai creato. La storia è quella di 3 dame inglesi, di nobile famiglia che si incontrano per un tranquillo Afternoon Tea nel bosco. Indossano bellissimi vestiti, hanno acconciature raffinate e si atteggiano secondo l’etichetta che ogni nobil donna deve seguire. Tutto però cambia quando una di loro decide di variare la composizione del  loro tea con una pozione magica (che io amo definire la pozione della verità). Tutto cambia ed il set si trasforma in un delirio di colore, torte che volano, il tea si colora di fucsia. Quelle donne, per la prima volta si divertivano perchè sono riuscite  per un momento a togliere  la maschera ed i freni inibitori imposti dalla società. Questo rispecchia esattamente quello che sono i social media dove tutti sembrano avere l’urgenza di condividere una vita perfetta tra viaggi, vestiti firmati e selfie iper filtrati. La domanda che dovremmo farci è…quanto di tutto questo è vero?…dove risiede la vera essenza della vita? Certamente non nei social media.

  • Sei di casa al London Fashion Week.  Cosa ha cambiato e cosa cambierà secondo te il Covid19 nel mondo della moda?

Quando nel 2017 ho fotografato per la prima volta le sfilate della London Fashion Week ero incredulo. Per tanti anni mi era sembrato un traguardo irraggiungibile ed invece ero lì e l’anno successivo uno degli stilisti più bravi al mondo, Mark Fast, che ha vestito le più grandi star (Kylie Minogue inclusa) mi avrebbe chiesto di lavorare con lui. Il Covid-19 si unisce ad un movimento di cambiamento radicale del mondo della moda iniziato nel 2019. I più grandi stilisti e case di moda hanno iniziato a valutare nuove idee, fra queste nuovi metodi di produzione più eco-friendly e che evitino la iperproduzione, insieme all’idea di ridurre il numero di show/sfilate annuali ad un totale di due. Il Covid-19 ha indotto alla ideazione della “Digital Fashion Week” che permetterà agli stilisti di presentare sul web le loro nuove collezioni con video o sfilate senza pubblico, riducendo il carico di stress e  di pressione che caratterizzano le sfilate tradizionali.

  • A proposito di Coronavirus, il servizio realizzato per raffigurare la metropoli durante il lockdown dimostra ancora una volta quanto tu sappia essere camaleontico e quanto sia importante per te raccontare la realtà che ti circonda. Come hai vissuto la quarantena? Che aria tira a Londra?

Londra così come Palermo e la Sicilia, è pronta a ripartire ma il peso della quarantena e della pandemia non sono andati via. Nel caso specifico di chi lavora nella fotografia il panorama non è molto incoraggiante visto che il Covid-19 ha cancellato quasi 4 mesi di prenotazioni e molti piccoli imprenditori come me, non avevano un piano di emergenza tale da potere fronteggiare una crisi di questo levatura. Tuttavia non tutti i mali vengono per nuocere infatti, in tre mesi di quarantena, ho finalmente raccolto e dato forma ai tantissimi frammenti del mio percorso professionale all’interno di una cornice bellissima che è WWW.CHARLIEBURGIO.COM, cosa che non sarei riuscito a fare con il  ritmo frenetico che conducevo prima della quarantena.

Una Londra assai diversa da quella colorata e vitale del Pride di cui sei stato fotoreporter. Quel che arriva è energia,  amore, voglia di condivisione e rispetto.

  • A che punto è secondo te l’Italia con i diritti civili? Quali le differenze con la Gran Bretagna e l’Europa che conosci? Accade ancora che una giovane donna egiziana, Sarah Hegazi, decida di togliersi la vita dopo le violenze fisiche e psicologiche subite perché gay. Possibile che ci siano ancora così tante <corsie> a velocità diverse?

Raccontare il Pride è per me come raccontare la vita in tutte le sue sfaccettature, il Pride di Londra non è solamente un gay pride o “un carnevale” come ancora molti lo definiscono. Al contrario è una manifestazione multiculturale e multietnica che riunisce centinaia di migliaia di persone che come me, credono nella libertà dell’essere, nella possibilità di  esprimersi e di amarsi ed amare liberamente. La manifestazione rappresenta per i partecipanti un momento decisivo in cui ci si rifiuta di accettare l’umiliazione e la paura come prezzo da pagare per vivere pienamente, liberamente ed autenticamente. I diritti della comunità LGBT sono diritti umani ed anche in questo ambito il progresso fatto è tanto sia in Italia che in Europa ma negli ultimi due, tre anni si vive la sensazione di fare un passo avanti e due indietro. L’omofobia ed i crimini ad essa connessi sono ancora tanti, a volte troppi, in 71 paesi nel mondo è ancora illegale essere gay.

  • L’acqua,  la luce, il mare. Torna spesso il mare nel tuo mondo. Ti manca il mare? Qual è la prima cosa che fai quando sei in Sicilia?

Il mare mi manca tantissimo, ogni giorno. Quando sono in Sicilia cerco di guardare tutti i tramonti che posso, li trovo magici e di grande ispirazione. L’acqua e la luce sono i due elementi base del mio processo creativo. L’acqua è la fonte della vita da dove tutto inizia, la studio da sempre perchè credo che aiuti a raffinare e ad esaltare  alcune importanti tecniche fotografiche. La luce è fotografia ma anche ciò che definisce il mondo nella sua dicotomia di chiaro e scuro, di visibile e non visibile e quindi di bene e male.

Grazie a Charlie Burgio. Sbirciare nel suo mondo è stato entusiasmante, farlo attraverso il suo talento ha prodotto quel sense of wonder di cui vi parlavo al principio. Perché bellezza e arte sono spesso passepartout per emozione e riflessione.

Trovate Charlie Burgio e le sue creazioni su https://www.charlieburgio.com/  

Benedetta Manganaro