Raduno e partenza ore 09.30: P.zza Sant’Antonino (Stazione Centrale). L’itinerario si concluderà a piazza Verdi. Durata: due ore circa. Previsti radio auricolari. Costo pp 12 euro (associati) 15 euro pp (non associati)
Insieme al Cassaro, la via Maqueda è una delle strade più antiche e rappresentative della città di Palermo, una lunga arteria che ha scandito la storia della città e dentro la quale si stagliano chiese e splendidi edifici. Siciliandostyle organizza un itinerario inedito alla scoperta della Strada Nuova, la via che prese il nome da Bernardino de Cardenas y Portugal, duca di Maqueda. Ripercorreremo le vicende che ne videro la genesi, racconteremo la storia del vicerè pirata e andremo alla scoperta di altre inedite storie, grazie allo scrittore e storico Emanuele Drago e alla guida Barbara Mazzola. Momenti significativi dell’itinerario saranno la visita di Palazzo Sant’Elia e dell’oratorio della Carità di San Pietro con gli splendidi affreschi di Guglielmo Borremans. La passeggiata verrà arricchita da una teatralizzazione.
Dettagli dell’itinerario: visita Palazzo Sant’Elia (sarà possibile anche ammirare la mostra di Palazzo ESSE di Rafael Y. Herman) Cutò, Palazzo Fatta, Chiesa dell’Annunziata, Via Divisi, Chiesa di Sant’Orsola, Palazzo Comitini, Palazzo Procida, Palazzo Petyx Atanasio, Quartiere ebraico, Archivio comunale (D. Almeyda) Facoltà di Giurisprudenza, Quattro Canti, oratorio Carità di San Pietro, Galleria Vittorie, complesso Quaroni, Palazzo Scordia. Per prenotare inviare una email a SiciliandoStyle@gmail.com o in alternativa scrivere al numero whapp +393661332786. Si raccomanda, nel pieno rispetto delle normative anti COVID, di indossare sempre la mascherina e di munirsi di Green Pass (per garantire il distanziamento verranno forniti radio auricolari sanificati).
Data: domenica 20 marzo 2022, h 09.30. Punto di incontro: Porticciolo della Cala. Punto di arrivo: Piazza Croci. Durata: circa 2 ore. Costo: 15 euro per gli associati, 20 euro per i non associati.
Sta per iniziare la primavera, il tempo della fioritura, un tempo che non può che rimandare allo stile floreale e alla “Piccola Parigi”, la Palermo di fine Ottocento all’indomani della IV Esposizione Nazionale. In questa nuova passeggiata, l’associazione SiciliandoStyle vi accompagnerà alla scoperta dei luoghi, delle palazzine esistenti che caratterizzarono l’ex Firriato di Villafranca, passando, in parte dalla via Roma e in parte da quella che, alla fine dell’Ottocento, era la via dell’Esposizione Nazionale, oggi via Dante. La passeggiata avrà come prima tappa, per gentile concessione degli attuali proprietari e in via del tutto eccezionale, gli interni di ciò che resta di casa Florio, l’abitazione di via Materassai 51 da cui ebbero inizio le fortune della grande famiglia. Ma non mancheranno altre sorprese. Scorci, angoli e palazzi insospettati che scopriremo grazie allo storico e scrittore Emanuele Drago e la guida turistica Barbara Mazzola. Itinerario: La casa di via Materassai 51 (interno) Chiostri Ribaudo e Vicari, Teatro Massimo, Palazzo Ammirata, Palazzo Venezia, Villino Ida Negrini, Palazzo Gregorietti, Palazzo Rutelli, Palazzo Jaforte, Palazzo Briuccia, Palazzo Dato, Palazzo Failla, Palazzo Landolina di Torrebruna, Casa di Pisa, Palazzo Zito, Palazzo Matracia, Casa Lemos, Casa Perrier.L’itinerario prevede una pausa caffè all’interno del Grand Hotel et Des Palmes dove l’Associazione offrirà un caffè a tutti i partecipanti. Per prenotare inviare una mail a SiciliandoStyle@gmail.com o in alternativa scrivere al numero whapp +393661332786. Si raccomanda, nel pieno rispetto delle normative anti COVID, di indossare sempre la mascherina e di munirsi di Green pass (per garantire il distanziamento verranno forniti radio auricolari sanificati). Vincenzo PerriconePresidente SiciliandoStyle
Conferita all’associazione culturale SiciliandoStyle la Tessera Preziosa del Mosaico Palermo. Ieri, nella Sala Consiliare di Palazzo delle Aquile, Vincenzo Perricone, in qualità di Presidente dell’associazione, ha ricevuto il prestigioso titolo dal Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, con la seguente motivazione: “Per il valore aggregativo e propositivo della dimensione culturale, artistica e umana della Sicilia nel mondo, con particolare riguardo a Palermo”.
“Riceviamo con grande orgoglio un’onorificenza a cui teniamo molto perché rappresenta l’impegno e la passione con cui, da sempre, raccontiamo e promuoviamo il bello della nostra terra, la Sicilia. Condividiamo questo momento speciale con tutti coloro che, quotidianamente, contribuiscono a questo racconto entusiasmante” – Vincenzo Perricone.
L’Associazione Culturale SiciliandoStyle ha il piacere di presentare il calendario artistico di Siciliando “Racconti di Sicilia”, con un evento che si terrà il 17 dicembre, alle 16.30, nella speciale cornice della Ex Real Fonderia alla Cala, gentilmente concessa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo. Un’edizione speciale, quella del calendario 2022, impreziosita da una copertina realizzata dall’artista Antonello Blandi, insieme alle 12 immagini realizzate dal team e curate dal fotografo Guido Sorano. Bellezza è la parola chiave di questa edizione: bellezza ispirata al nostro patrimonio monumentale e naturale, promosso dalle immagini del calendario, bellezza legata al mondo del teatro e della musica, parte integrante della storia della Sicilia, ai cui rappresentanti, Siciliando ha chiesto di presentare gli scatti selezionati. Testimonial d’eccezione si alterneranno quindi sul palco per raccontare… “Racconti di Sicilia”. Vogliamo approfittare di ogni occasione per narrare il bello della nostra terra, fatto di luoghi ma anche di volti, persone, talenti, di tutto ciò che parli Siciliando, ops, siciliano. Vi aspettiamo. NB: necessaria mascherina e Green Pass, posti limitati secondo le disposizioni del Comune presso la Real Fonderia.
18 – 19 dicembre 2021, Via del Quattro Aprile a Palermo
Nell’immaginario collettivo l’altarino “ra Santa” è icona di grazia e bellezza. Manufatto venerato. Luogo di sosta e devozione. Accade però, in un piovoso pomeriggio di novembre, che un’icona sacra, la Santa Rosalia realizzata dall’artista Antonio Fester Nuccio, venga trafugata in Via del Quattro Aprile, ormai noto come Borgo Strafalè, luogo d’arte e cultura ideato da quattro artigiane a Palermo.
Un furto sacrilego, uno schiaffo all’intera città, da cui nasce immediata, la volontà e la necessità di organizzare “I volti di Rosalia”, l’evento realizzato dalle artigiane di Borgo Strafalè, Lavinia Sposito in particolare, promotrice dell’iniziativa e dall’associazione culturale SiciliandoStyle, con la supervisione di Alessandra Buttitta, settore Arte di Siciliando, a cui hanno aderito gli artisti Alessandra Di Paola, Umberto Coda, Giuseppa Matraxia, Emilia Valsellini, Maryna Ignatieva, Giacomo Rizzo, Antonio Fester Nuccio, Daniela Balsamo, Giorgio D’amato, Pippo Buscemi, Giusy di Liberto, Antonio Curcio, Sara Mineo, Marco Troia, Igor Scalisi Palminteri, Domenico Cocchiara, Domenico Boscia, Simonetta Genova, Totò Calo’, Giusy Megna, Margherita Amabile,Filippo Sapienza, Gaspare Gentile, Daniela Salamone, Rosanna Argento, Gaetano Barbarotto, Nicoletta Militello, Silvana Lanza.
Insieme, daranno vita ad una mostra collettiva che si terrà l’18 (con inaugurazione alle ore 12.00) e il 19 dicembre, proprio in Via del quattro Aprile.
Con il ricavato delle opere esposte, sarà possibile il ripristino dell’edicola trafugata e l’acquisto di arredi, piante e quant’altro possa essere utile a rendere il Borgo e le strade limitrofe ancora più belli.
L’associazione culturale Siciliandostyle vi invita a partecipare a una nuova e sorprendente passeggiata, il 7 novembre, che ricalcando l’ansa dell’antico torrente del Kemonia, vi farà scoprire storie e angoli inediti della Palermo che fu; scorci suggestivi che verranno impreziositi dai racconti del prof. Emanuele Drago e dalle originali teatralizzazioni di Barbara Mazzola. Il raduno della passeggiata avrà luogo presso la Cattedrale di Palermo il 7 novembre alle ore 09 e 30 e si concluderà, dopo circa due ore in piazza Borsa. Il costo della passeggiata è di 13 euro (10 per gli associati) Per prenotare inviare una email a SiciliandoStyle@gmail.com o in alternativa scrivere al numero whapp +393661332786. Si raccomanda nel pieno rispetto delle normative anti COVID di indossare sempre la mascherina (per garantire il distanziamento verranno forniti radioauricolari sanificati) La passeggiata prevede la visita di due interni.
Via del Bastione Via Porta di Castro Piazzetta Tedeschi Via Mongitore Via mura di sant’Agata Piazza Carmine Via del Bosco Via Divisi Via Alloro Piazza Borsa
Ancora una volta un angolo di Sicilia che l’associazione Siciliandostyle propone per un nuovo Siciliando in tour. Il 10 ottobre a Santo Stefano Quisquina un viaggio tra storia, arte, fede con due tappe principali.
La prima, presso l’Eremo di Santa Rosalia, lì dove una giovanissima Santa Rosalia si rifugia, nel fitto bosco della Quisquina, all’interno di una minuscola grotta per dodici lunghi anni. Attorno quella grotta, nasce e cresce nei secoli l’eremo, oggi oasi di pace e bellezza.
La seconda, presso il Teatro Andromeda, opera di Lorenzo Reina, a mille metri sui monti Sicani. Un teatro che ha per tetto il cielo e le stelle della costellazione di Andromeda, 108 in tutto, lo stesso numero dei posti a sedere collocati rispettando la posizione delle stelle in cielo. Un teatro all’interno di un grande parco ispirato all’arte e alla natura, un museo a cielo aperto.
Di seguito il programma dettagliato dell’evento realizzato nel pieno rispetto della vigente normativa anti Covid19.
Adesione entro martedì 5 Ottobre.
Quota di partecipazione: euro 45,00 per iscritti all’associazione, euro 55,00 con rilascio tessera con validità annuale, euro 60,00 senza tessera associativa.
PROGRAMMA
07,30 – partenza in pullman da Trapani
08,30 – Piazzale Giotto Palermo
10,30 – arrivo previsto a Santo Stefano di Quisquina
Degustazione prodotti tipici
Visita Eremo di Santa Rosalia
12,00 – trasferimento a Santo Stefano Quisquina per visita centro storico
13,00 – trasferimento per il pranzo presso agriturismo SERRA MONETA
Cari amici di Siciliando , abbiamo il piacere di presentarvi la nuova convenzione che abbiamo recentemente sottoscritto con il Teatro 🎭 Biondo di Palermo.
Ai nostri soci dietro presentazione di numero di tessera è stata dedicata una proposta esclusiva per l’acquisto dell’abbonamento.
Facendo pervenire il vostro nome, cognome e recapito telefonico, direttamente alla ns. Associazione tramite il numero wapp di Siciliando (+39 366 133 2786) o inviando una e mail aSiciliandoStyle@gmail.comverrete ricontattati direttamente dall’ufficio marketing del teatro e potrete fare direttamente l’abbonamento anche telefonicamente, con bonifico senza dovervi recare presso il teatro, senza dover fare file e attese.
Con il raggiungimento dei 20 abbonamenti, oltre al prezzo ridotto indicato negli allegati depliant avrete omaggiato uno spettacolo in sala grande dal valore di 27,00 euro.
AffrettateVi offerta valida fino a giorno07/10/2021.
Team di Siciliando
“Dis-orientamento”
Il teatro è un servizio sociale, come diceva Giorgio Strehler, e noi siamo convinti di questo: abbiamo bisogno di avere più strumenti per dare delle risposte adeguate a questa nostra società. Abbiamo tanto bisogno di poesia e di sederci ad ascoltare dei racconti di uomini, fatti da uomini per altri uomini. Vi auguro un buon anno teatrale”.
Pamela Villoresi
Al link sotto la presentazione di Pamela Villoresi della stagione teatrale 2021/22
SICILIANDO PRESENTE ALLA MANIFESTAZIONE (Ringraziamo il Presidente della Lega Navale Giuseppe Tisci , il direttivo e Anna Agnello per il coinvolgimento)
Di seguito qualche notizia e a brevissimo il programma completo.
Dal 2 al 9 ottobre, Palermo sede Campionato Mondiale 2021 Classe Hansa.
L’Associazione Internazionale di Classe Hansa (AICH) ha reso noto che ad ospitare il prossimo Mondiale 2021 della Classe Paralimpica Hansa sarà la città di Palermo. La scelta di questo evento è frutto dell’intenso lavoro operato dalla classe italiana che, in questi ultimi anni, in collaborazione con Lega Navale Italiana e Federazione Italiana Vela ha moltiplicato il numero delle imbarcazioni e degli atleti che gareggiano in questa categoria. Si tratta di imbarcazioni che hanno cambiato il mondo della vela paralimpica grazie alla propria facilità di trasporto ed utilizzo.
Questi gli ultimi dati sui partecipanti:
23 paesi: Australia, Brasile, Cile, Cina, Filippine, Giappone, Namibia, Oman, Turchia, USA, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Irlanda, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca Spagna, UK
175 partecipanti
107 uomini
68 donne di cui 59 in carrozzina e 3 non vedenti
57 doppi 64 singoli (46+18 cat. suppl. ) 7 Servo 8 Liberty — con Anna Agnello e Gabriele Runfola.
È un artista siciliano. Crea su tela,
ceramica, muri, persino su una sneaker. Per Roberto Collodoro, in arte Robico,
sin da piccolo, piccolissimo, ogni superficie è uno spazio vuoto su cui
trasferire colori, volti, idee.
Pittore, street artist, ha al suo attivo personali
e collettive. Tante le piazze e i palazzi che hanno cambiato pelle e
trasformato il territorio grazie alla sua street art in Italia e soprattutto in
Sicilia. Ci sono i colori della sua isola nelle sue opere e tante delle sue
icone: le teste di moro, i paladini, arance e limoni, santi e madonne. Ma non
c’è nulla di convenzionale e scontato. Mai.
Che siano Dante, Santa Rosalia o i personaggi di un
dipinto di Van Gogh, i suoi personaggi sono grotteschi, quasi caricaturali,
dagli occhi <parlanti>, dal tratto inconfondibile. Ugly Faces, facce brutte, imperfette e umane.
Origini.
Sei nato a Gela, vivi a Milano. Due realtà assai diverse. Che rapporto hai con
la tua terra? Com’è la Sicilia che racconti con la tua arte a Caltagirone, San
Vito Lo Capo, Castiglione, Caltanissetta, Gela, Trappeto, Scoglitti, Lentini?
Sono Nato a
Caltagirone, ho vissuto a Gela e vivo MOMENTANEAMENTE a Milano da due anni. Il
legame che mi lega alla mia terra è viscerale e si rafforza ogni volta che sto
molto tempo fuori. Nelle mie opere la Sicilia è predominante nel bene e nel
male. Inizialmente cercavo di stigmatizzare il concetto di bellezza con il suo
naturale contrapposto. Cercavo di sradicare la bellezza oggettiva degli antichi
ritratti o delle classiche icone religiose. Il “Bel Brutto” era il mio tema
principale sia per le espressioni dei soggetti che per i supporti su cui
dipingere come vecchie porte o finestre buttate in discarica. I soggetti erano
scelti tra il sacro e tradizionale. Quindi Santa Rosalia a Trappeto, I tre santi
e San Francesco a Lentini, i pupi siciliani e le teste di moro a Caltagirone.
Street art.
La street art è sempre più amata in Sicilia. Si trasforma in volano per
quartieri borderline; ripropone e reinventa tessuti cittadini, promuove pezzi
di territorio, fa arte, democratica e fruibile da tutti, anche se effimera
e soggetta ad un rapido deperimento. Una delle tue opere è stata selezionata
per il volume di Flaccovio dedicato alla street art in Sicilia. Ce li dai tre
luoghi di street art che consiglieresti in Sicilia?
Rispetto al
Nord, dove la street art sta diventando uno strumento delle agenzie
pubblicitarie, in Sicilia o comunque al sud mantiene ancora il fascino della
RIQUALIFICAZIONE.
In SICILIA
consiglio:
RAGUSA che
con il Festiwall porta quasi ogni anno artisti di fama mondiale;
GIARDINI
NAXOS con Emergence Festival;
SCIACCA
con i ragazzi di RITROVARSI.
Sacro e profano. Le tue figure sacre
sono pop. San Francesco, sulla facciata dell’ex monastero di Santa Chiara a
Lentini, è Cisco, forma un cuore con le mani ed è ritratto su un fondo rosa
shocking. Un nuovo modo di riproporre l’iconografia sacra e la storia di
personaggi legati al territorio?
Anni fa
iniziai uno studio dell’iconografia bizantina e fui colpito dalle pose
plastiche delle figure sacre e dalle espressioni dei volti. Cercai quindi di
rendere più contemporaneo un linguaggio antico reinterpretando opere
significative come “Il buon Pastore” o l’icona della “SS. D’Alemanna” con un
linguaggio pop e inserendo messaggi sociali.
Il Buon Pastore,
ad esempio, aveva tatuaggi su tutto il corpo abbastanza provocatori e teneva
sulle spalle un agnello senza zampe, a simboleggiare un popolo incapace di
camminare da solo.
A Trappeto
rappresentai una Santa Rosalia che riceve in dono una rosa da un indiano che di
solito le vende nelle nostre piazze.
A Lentini
invece rischiai il linciaggio perché ritrassi il volto dei tre santi patroni
non con il loro volto angelico ma con fattezze più vecchie e meno auliche: volevo
portare fuori quella bruttezza che abbiamo dentro e che mascheriamo sempre con
false maschere.
Condivisione,
rete, collaborazione.
Cos’è Civico
111?
Il Civico
111, un’officina culturale, uno spazio vivace, poliedrico e multiforme, in cui
trova libera espressione la pluralità delle declinazioni, attraverso le quali
l’arte si manifesta. Ricavato nel pianoterra di uno stabile di fine ‘800, un
tempo granaio, chiuso per più di trent’anni in seguito a varie trasformazioni,
dal novembre del 2017 questo luogo ha conosciuto una nuova rinascita, grazie
all’idea vincente mia e di un altro giovane gelese, Rocky Venezia, madrelingua
americano e attivo nel mondo dell’associazionismo. Fanno parte del Civico anche
lo storico dell’arte e artista Fortunato Pepe e l’architetto Giuseppe Russo.
Con un progetto di riqualificazione urbana, i locali sono stati messi in
sicurezza e resi fruibili, mantenendo volutamente intatta la suddivisione degli
spazi, così come era un tempo. Lo spazio ospita al suo interno un centro di
preparazione Cambridge gestito dall’ass. “UNCLE JACK” con corsi
d’inglese scolastico e professionale; corsi di lingua SPAGNOLA; un corso di
DISEGNO e PITTURA. Il Civico mette a disposizione la sua Sala Galleria per
mostre, presentazioni e riunioni su prenotazione. A collaborare con la
galleria, artisti provenienti da tutta Italia, come Sebastiano Parasiliti,
Leonardo Cumbo, Michele Principato Trosso, Lorenzo Ciulla, Giuseppe Veneziano,
Corrado Inturri, Fortunato Pepe, Angelo Barile, Massimo Sirelli e il maestro
Momò Calascibetta.
E Pittamuri?
Pittamuri è
un collettivo giovane ma che sta crescendo in fretta. Porta avanti diversi
progetti che vanno dalla street art alla raccolta della plastica. Il progetto
inizia a TERMINI IMERESE ma si sta allargando toccando i paesi limitrofi che
chiedono l’intervento dell’associazione per opere di riqualificazione o per
l’organizzazione di eventi.
Commistione,
contaminazione. Hai scelto un oggetto simbolo della Sicilia, la testa di
moro, e lo hai trasformato. Le tue teste di moro, Minnamoro, hanno il volto di Batman, Catwoman, Joker e sono ormai
oggetti di design. Come nascono? Perché i supereroi?
Il progetto
MINNAMORO è un progetto a cui lavoro da due anni e che finalmente verrà
presentato, in parte, il 30 settembre al NOW di MILANO, in una collettiva
organizzata da STREET ART IN STORE.
Minnamoro è
l’unione delle parole MINNA (seno) e MORO che messe insieme formano la
consapevolezza più bella del mondo “M’INNAMORO”. Si tratta anche qui di
reinterpretazione della scultura principe siciliana.
Non si tratta
solo di decorazione ma anche di MODELLAZIONE. La testa di moro JOKER JACK non
si limita al trucco del super criminale della DC ma ha proprio i lineamenti di
Joker interpretato da Jack Nicholson così come la testa di moro DUE FACCE ha il
volto per metà scarnificato come il celebre nemico di Batman.
Ho scelto i
SUPEREROI perché sono un fan del mondo Comics e perché posso divertirmi a
ricreare costumi ed elementi fantastici che solo questi super personaggi
possono offrirmi.
Anziani. Di
rughe e di sguardi. Veri, autentici, struggenti: chiunque guardi i
volti dei tuoi anziani vede se stesso, vede ogni uomo, ieri, oggi, domani.
Caduci e reali, sembrano capaci di guardarti dentro. Cosa significa
per te vecchiaia, umanità, eternità?
«L’uomo è come un albero che non è limitato dall’età, ma cresce fin
quando ha radice nel terreno. Dobbiamo solo vivere nell’alburno e non nel
durame. Il troncone contorto ha germogli teneri quanto il giovane alberello».
(H. D. Thoreau)
Le rughe non
sono nient’altro che il testimone del tempo vissuto; uno sguardo attraverso uno
specchio ossidato trovato in cantina o in un mercatino dell’antiquariato.
Non mi sento
schiavo dei miei personaggi ma fortemente legato, affezionato… quasi
innamorato. Mi capita di fotografarli per strada nelle loro posizioni uniche
che lasciano trasparire stanchezza. Una stanchezza quasi sempre fisica ma non
mentale. Questo è quello che voglio credere e quindi raccontare con le mie
opere.
Cerco di
rappresentare un ideale spirito immortale costretto in un corpo che molte volte
non sta al passo. Un concentrato di vitalità che spesso quel corpo non riesce
quasi a contenere. I miei vecchietti hanno nomi e storie importanti. Posano a
dorso nudo per mostrare i tatuaggi, stanno al mare tutto il giorno e si baciano
sulla battigia. I miei vecchietti si amano fino alla fine e fanno anche il
salto con l’asta.
Chissà forse
il mio primo autoritratto lo farò a 85 anni.
Tempo che
passa. Cose che restano. Una delle immagini più belle che ci hai regalato
in un’altra intervista è quella di te, piccino, in auto con i tuoi, nel lungo
viaggio dal nord alla Sicilia, coi tuoi fogli bianchi da riempire, matite e
pennarelli. C’è qualcuno da ringraziare per averti fatto scoprire il mondo
dell’arte e il suo significato?
Devo
ringraziare la mia famiglia che ha sempre creduto in me, che mi ha sempre
spinto a cercare la mia strada.
L’artista
viene visto sempre come il precario di turno, che vive di sogni, che non ha
fissa dimora e sempre tormentato. Io mi ritengo un artista atipico perché mi
piace capitalizzare il mio lavoro, ho un fortissimo desiderio di famiglia e di
paternità, mi sposerò tra un paio di settimane con una compagna che definisco
la mia ¾ più che una metà e ho un fortissimo legame con il mio territorio.
Per tutto
questo ringrazio mia madre e mio padre.
Ancora
contaminazione. Valentino ti sceglie per dipingere una sneaker limited
edition. Continui a scegliere più piani in cui muoverti, linguaggi diversi, un
pubblico eterogeneo. L’arte parla lingue diverse per raggiungere tutti?
L’arte ti dà
la possibilità di sperimentare continuamente e di metterti sempre in gioco con
sfide diverse. Con Valentino ho realizzato una serie limited edition di
sneakers nel 2020 e quest’anno sono stato chiamato nuovamente per una serie
limitata di borse. Mi sono divertito un mondo perché mi sono confrontato con un
marchio mondiale e unico nel suo genere ed essendo un eterno vanitoso mi è
piaciuto un sacco il momento dello shooting e dei video per la campagna
pubblicitaria!
Progetti.
Cosa c’è all’orizzonte?
All’orizzonte
ci sono un sacco di cose.
Il 18
Settembre inaugurerò una mostra chiamata INVISìBILIS al museo Mandralisca di
Cefalù dove presenterò l’anteprima di un nuovo progetto che vede sempre i miei
vecchietti ma su supporti non convenzionali.
Il 25
settembre mi sposo.
Il 30
Settembre presenterò al NOW di Milano le mie teste MINNAMORO.
Il 17 Ottobre
realizzerò a CORTANDONE (PIEMONTE) una grande opera muraria sull’immigrazione.
E tanti altri
interventi outdoor in calendario prima di Natale.
Spero di far
partire all’inizio del 2022 un progetto personale di cui vi parlerò in seguito 😉
E noi di casa
Siciliando non possiamo che tifare per il tuo lavoro e fare i nostri migliori
auguri a te e alla tua compagna. È stato bello ascoltarti e sentire ripetere
più volte la parola <innamorarsi>. D’altronde ci si innamora in mille
modi e di mille cose diverse. Grazie Roberto.
L’associazione culturale SiciliandoStyle con il patrocinio gratuito del Comune di Palermo , presenta l’estemporanea d’arte <ArteInStrada>, edizione 2021, che si terrà il 29 e il 30 maggio prossimo in via Quattro Aprile, nell’antico quartiere della Kalsa, nella città di Palermo, alto patrimonio culturale della Regione Sicilia. Sotto la direzione artistica di Alessandra Buttitta, maestro d’arte e componente del Direttivo dell’associazione SiciliandoStyle , da Vincenzo Perricone, presidente Associazione organizzativa e con la consulenza di personalità come il docente Domenico Boscia, la manifestazione vedrà la partecipazione di artisti che animeranno via Quattro Aprile, oggi noto come Borgo Strafalè. Pittori, scultori e artisti esporranno all’interno di Borgo Strafalè e, nel corso della manifestazione, realizzeranno opere inedite. Obiettivo dell’estemporanea è promuovere arte e cultura in uno scenario unico e farlo, dopo tanto tempo, in strada, tra la gente, in sicurezza e nel massimo rispetto dei protocolli anti Covid. Gli artisti, selezionati da un comitato tecnico artistico, sono:
Presentazione ufficiale della Manifestazione il prossimo giovedì 27 maggio , via streaming sul gruppo Facebook Siciliando a partire dalle ore 19:00. Inaugurazione estemporanea : Sabato 29 maggio ore 9,30 via quattro aprile (Palermo) , con la presenza di Istituzioni del comune di Palermo . (Ingresso libero )
Scrivono. Fiumi di parole. Da quasi
dieci anni. E lo fanno ovunque sia possibile, un tempo in strada, al parco, al
museo, oggi online, Covid permettendo.
Sono quelli del Newbookclub Community
Lab, associazione di promozione sociale nata dal desiderio semplice di
incontrare persone che amano scrivere e lo fanno insieme, condividendo
pensieri e emozioni.
L’idea è di Alessio Castiglione,
pedagogista originario di Brancaccio, presidente e fondatore di
Newbookclub Community Lab che nel 2012 lancia un’idea agli innamorati della
parola: “Hai voglia di scrivere? Scegliamo un tema, ci scriviamo su e poi ne
discutiamo insieme”.
Una biro, un foglio di carta, un
appuntamento. That’s it.
Vuoi il passaparola, vuoi il potere di
parole e scrittura, gli incontri targati Newbookclub diventano virali e si
moltiplicano. Tanto da permettere a Newbookclub, nel gennaio di quest’anno, di
diventare associazione riconosciuta e accreditata.
–
Alessio ma non si è sempre detto che la scrittura è un atto solitario? Un
dialogo intimo con se stessi? Ai vostri <Laboratori di Scrittura di
Comunità> chi scrive, poi legge agli altri. L’ascolto è uno step chiave dei
vostri incontri. Quanta voglia c’è di conoscere l’altro? Ѐ davvero la
condivisione l’ingrediente del successo di Newbookclub?
“A diciotto anni questa idea confesso
che mi sembrava davvero qualcosa per pochi, una passione difficile da
condividere. La scrittura ha una forte cultura (non natura) solipsistica. Ci
hanno abituati a pensare gli scrittori come chiusi in se stessi o nelle loro
camere o chissà in quale galassia lontana da noi. Invece chi scrive ama stare
anche in mezzo alla gente e alle cose per assorbirne l’energia e farsi
trasportare da innumerevoli stimoli che la strada o un cielo aperto può
indubbiamente darti. Il giornale Repubblica ci ha chiamati cacciatori di
parole, probabilmente siamo più dei raccoglitori. La parola caccia rimanda a
un’immagine troppo forte, noi siamo più miti. Abbiamo inondato le strade con
fiumi di racconti, ma nonostante questo siamo sempre stati silenziosi lì a
scrivere ora in una scalinata ora in un parco o in mezzo ad una piazza. Appena
ci vedi ti rendi conto che è possibile scrivere insieme. Stiamo provando a
cambiare alcuni paradigmi affibbiati alla scrittura; per noi: non è per pochi
ma per molti, non può essere sviluppata solo in solitudine ma anche in
comunità. Umanamente provato”.
–
Le parole servono a spiegare il mondo. Quasi sempre. Ci raccontano e
raccontano il momento in cui viviamo. Quali sono le parole che, più di altre,
emergono e si ripetono in questo periodo? “Ultimamente domande come questa sono
alla base dei social data analysis, uningegnoso
sistema informatico che crede di sapere tutto di noi attraverso i dati che
lasciamo sul web. In parte queste analisi rivelano delle parole che
esplicitiamo e ripetiamo attraverso i social network. Ma
non tutto ciò che condividiamo, pubblichiamo, scriviamo su queste piattaforme
risulta essere la nostra vita e i nostri pensieri più profondi (in realtà quasi
mai). Un sistema che investe sulla superficie non potrà mai uguagliare le
potenzialità insite negli strumenti della narrazione. In particolare TikTok,
Twitter, Instagram, Whatsapp stanno contribuendo molto alla morte della parola
scritta e detta. Tutto si circoscrive in brevi video o immagini con poche e
limitate battute che dicono poco di chi siamo e vogliamo rivelare, il like che arriva è anch’esso poco meditato. La
scrittura invece ti obbliga a pensare le parole migliori, a trovare le giuste
immagini mentali a guardarsi dentro più che a guardare fuori. È un esercizio
difficile che spaventa e che stiamo perdendo anche a causa di questa evoluzione
tecnologica che regredisce il linguaggio. Per non esserne vittime ho pochi
semplici consigli: curare un sé digitale fatto di smartphone, tablet, smart tv
e un sé analogico fatto ancora di quaderni di carta, libri, penne, diari segreti,
colori e matite. Non possiamo abbandonarci ad un’unica strada. Le parole non
devono essere ridotte a trend topic o hashtag, ai nostri laboratori ne trovi davvero
tante ed è un piacere ascoltarle e scoprirne di nuove. Anche per questo motivo
provo a non darti risposte brevi, almeno fin quando ci sarà qualcuno disposto
ad ascoltarci e leggerci senza distrarsi facilmente”.
–
Alle attività del Newbookclub partecipano persone di ogni età, tutti
<portatori di narrazione> come amate dire. Come si fa a mettere insieme
pensieri, sogni, delusioni e amarezze, così tante sfumature di generazioni
diverse?
“Per noi non c’è cosa più semplice di
dare spazio e tempo di parola a tutti. Forse ce ne siamo dimenticati
guardando reality show o talk show, dove non si parla davvero e soprattutto non
ci si ascolta. In questo la metodologia del laboratorio ci è congeniale perché
ci aiuta a scandire bene i tempi che articolano i nostri incontri di Scrittura
di Comunità. Si svolge tutto principalmente in tre fasi: accoglienza con
consigli di lettura, momento di scrittura libera su stimoli/temi narrativi
della giornata, momento di lettura con ascolto profondo e condivisione. Ognuno
di questi momenti permette ai partecipanti di non vivere una gerarchia di ascolto,
non c’è un vero e proprio turno; si entra in discussione non appena c’è
silenzio senza accavallarsi né sentirsi un passo indietro a nessuno. Grazie
alla conduzione orizzontale degli Starter (organizzatori e gestori
dell’associazione del Newbookclub community lab) l’incontro si svolge con una
libertà di partecipazione totale. Nel momento più importante della lettura si
viene scelti, anche per essere facilitati a condividere il proprio scritto.
Questo passaggio tra parola scritta e parola letta non è mai facile, però il
nostro metodo in maniera molto delicata ti invita a partecipare e a scoprirti
insieme a noi. Una delle magie che ne viene fuori è che tutti alla fine leggono
e nessuno si è sentito inascoltato. Un momento raro di pura socialità dove alla
fine nessuno si è sentito sfidato, ha perso o vinto. Non è una gara, non è un
corso; è un momento e uno spazio di parola intenzionali che abbiamo collaudato
grazie all’esperienza ormai decennale e ai nostri studi”.
–
In che modo un momento ludico, di incontro, può anche essere terapeutico e
persino di promozione sociale?
“La scrittura è sempre terapeutica, è
una delle sue qualità più antiche. Ogni uomo e donna, ragazzo e ragazza,
bambino e bambina, in scrittura possono esprimere una parte di sé, una semplice
informazione o un pezzo complesso della loro storia personale. In questo la
scrittura ci aiuta a tracciare la nostra vita, a prendere coscienza del
passato, del presente e talvolta ad immaginare il futuro. Anche quando
giochiamo con le parole, scriviamo una poesia o un racconto, stiamo esprimendo
una preziosa parte di noi. Agli incontri del Newbookclub succede proprio
questo: ognuno estrae un pezzo del proprio essere e lo inserisce nel mosaico
delle storie degli altri. Quello che ne esce fuori è un’opera d’arte sempre
diversa e sempre inaspettata fatta di storie diverse che si intrecciano e danno
vita ad un grande disegno. Riusciamo a scrivere su un unico tema ma vedendone
sempre sfaccettature alternative. Come ognuno di noi è diverso anche la nostra
scrittura ci aiuta ad identificare qual è il nostro pensiero rispetto a quella
cosa, quel tema, quello stimolo di scrittura. Questo che facciamo è un gioco
molto serio dove vengono fuori esperienze, creatività, ispirazioni, fantasmi,
oracoli, antenati, oroscopi, credenze, paure, desideri, ironia, sogni, incubi,
dei: tutti insieme. Alla fine dell’incontro ci si sente pieni e svuotati allo
stesso tempo. È promozione sociale perché è un’attività che non può prescindere
dalle persone; anche se ultimamente stanno producendo libri elaborati da
intelligenze artificiali sperimentali, la creatività non potrà essere mai
essere replicata da un computer. Almeno questa lasciamola a chi è fatto di
carne ed ossa, mente e cuore”.
–
Ripetete spesso “preferibilmente carta e penna”. Sembra anacronistico. Fa
pensare a un tempo che è andato. Al Newbookclub siete invece nativi digitali
per lo più. Perché questa scelta?
“Siamo giovani, ma non così giovani! Il
nostro range di età è esteso, va dai 18 ai 75 anni. C’è
una forte presenza giovanile ma che appartiene ancora a quella fascia di
popolazione che conosce o ha voluto conoscere il mondo prima di Internet. Siamo
dei nostalgici e questa conversione online da pandemia inizialmente ci
preoccupava. Invece, nonostante tablet e monitor, l’attitudine e lo spirito dei newbooker (gli
scrittori di comunità del Newbookclub) non è cambiata. Questo ci ha fatto
capire che potevamo credere in un Newbookclub fatto di dispositivi tecnologici
e domande come “mi sentite? Mi vedete? Non ho capito bene, potete ripetere?”. A
parte queste divertenti quanto avvilenti discontinuità da DAD, siamo contenti
di aver trasportato i nostri incontri online per amore di continuare… coscienti
e desiderosi di un incontro dal vivo. Ma che sia in presenza o a distanza,
l’invito che facciamo sempre è di non abbandonare carta e penna perché anche
solo la scelta di questi materiali dà il via al rituale della scrittura. Avere
i propri quaderni e penne preferiti ti fa sentire la scrittura fra le mani,
diventa forma materica del pensiero e della fantasia: un piccolo antichissimo
miracolo della storia umana.
–
Il piacere sottile della parola, la ricerca di un ritmo, il suono e la forma di
lettere in movimento. Chi scrive non può farne a meno e vi si legge in faccia
guardando le immagini dei vostri incontri. Hanno tutte in comune la stessa
passione, che siate comodamente seduti al bar o in bilico su marciapiedi e
scalini in strada. Il dover ricorrere allo streaming ha tolto qualcosa?
“In questo i nostri incontri vengono in
soccorso per ciò che credevamo di aver perso. Non potendoci vedere eravamo
demoralizzati all’idea di stare in un rettangolo di schermo senza poterci
toccare. Invece ci siamo ricreduti fin dal primo incontro online. Lo sguardo e
l’ascolto dei partecipanti non era diverso, è rimasto attento e ispirato.
Questo ci ha rincuorati molto, abbiamo gradualmente apprezzato la versione
online perché regala inaspettate soddisfazioni. Tra i punti di forza:
innanzitutto ha avvicinato persone nuove e da tutta Italia; possiamo scrivere
comodi nelle nostre stanze senza il rischio del contagio; prestiamo molta
attenzione ai volti collegati in primo piano; possiamo commentare i testi in
diretta nella sezione chat (cosa molto bella che ci diverte e fa sentire tutti
ascoltati nell’immediato); abbiamo un bel ritmo e tanta richiesta. I Newbooker
hanno espressamente voluto almeno un incontro a settimana. Questa per noi soci
fondatori è una grandissima e commovente soddisfazione. Ad ogni incontro
realizzo che questa passione non apparteneva solo al me-ragazzo di dieci anni
fa, adesso ci sono tante persone che insieme a me credono in questo progetto
diventato associazione; e che domani potrà ancora evolvere grazie al contributo
di tutti”.
–
Sogni e progetti di Alessio Castiglione e del Newbookclub Community Lab APS.
“Molti stanno provando a fare uscire
fuori cosa abbiamo in mente di realizzare in futuro. Ma dobbiamo ancora tenervi
sulle spine perché crediamo molto nelle cose fatte bene e nei tempi giusti. Non
vogliamo affrettare i nostri sogni, sono tutti lì in attesa di essere
realizzati nel momento più opportuno. Sono felice di comunicarvi che ogni starter:
Gaia Garofalo, Simone Napoli, Margherita Chinnici, Morena Famà, Nazareno
Inzerillo e Andrea Lentini, si stanno formando per intensificare le loro
competenze. Vogliamo essere un servizio reale per la città e per la nostra
comunità, e servono non solo le idee ma anche le capacità per realizzare azioni
di successo. Non vogliamo nulla che sia improvvisato. Anche se sembra tutto
molto fluido e giovanile, ogni cosa che facciamo è negoziata, meditata e
giustificata in teoria e prassi dalle nostre conoscenze. Il mio sogno personale
è che il Newbookclub Community Lab APS possa continuare all’infinito a
prescindere da me e dai miei attuali soci, deve essere una realtà senza
scadenza che si evolve con il tempo e grazie alle persone che ne fanno parte:
quelle di oggi, quelle che se ne andranno e quelle che arriveranno domani”.
–
Ultima domanda a chi come te di parole si nutre. “Mi piace chi sceglie con cura
le parole da non dire”. Cito Alda Merini per chiederti se la parola sia sempre
necessaria e non se ne faccia a volte oggi abuso. Quali sono le parole che
sarebbe meglio non dire secondo te Alessio?
“Avrei voluto dirne ancora di più e vi
ringrazio con tutto il cuore per l’intervista, perché mi permettete di dirle
finalmente queste parole che mi navigano in testa. Penso e vi scrivo che di
parole ci sarà sempre bisogno. Un bisogno primario, offuscato da tanti stimoli
che non riusciamo più a gestire. Ma Il principio era il Verbo, e il
Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Ecco penso, a
prescindere dal proprio credo, che non ci sia Dio più grande della Parola, e
anche quelle da non dire dovrebbero essere dette: purché siano vere”.
Un grazie sincero a Alessio Castiglione per questa intervista. E per averci ricordato che le idee migliori, quelle che vincono, sono quelle che mettono <noi> al centro. Sono anche quelle che restano.
Proseguiamo
il nostro pellegrinaggio attorno alle discipline sportive ed oggi parliamo di
“Kickboxing”.
Nasce intorno ai primi anni ’70 ma, in particolare, la sua origine viene individuata nel 1974, anno del suo primo campionato mondiale, sotto la vecchia denominazione: “Karate Contact”. Era stata denominata così dopo che un americano (Mike Anderson) ed un oriundo ameri-coreano (Joohn Rhee) avevano deciso di modificare alcune regole del classico Karate inserendovi le protezioni (quindi non più mani e piedi nudi) e permettendo il contatto fisico… Da qui: “Karate Contact” e poi “Kickboxing”. Il nostro ospite odierno è il pluricampione Tony Cardella, già 7 volte campione italiano, per 3 anni di seguito vincitore della Coppa Europa di “Point Fighting” (Semi Contact) nonché vincitore anche di 4 titoli mondiali “Veterans”, quindi prima over 35 e poi over 40. “Il mio incontro con la Kickboxing fu del tutto casuale – inizia a raccontarci – Andavo in palestra con dei miei amici per fare un po’ di movimento quando vedemmo un gruppetto di persone allenarsi in maniera strana indossando coloratissimi scarpette e guanti.
Due di
loro mi dissero: “Proviamoci” ma io non ne ero troppo convinto visto
che fin lì non mi ero mai interessato alle arti marziali. Tuttavia decisi di
provare e scoprii che la cosa mi affascinava e poi… che ero anche bravino,
infatti dopo un po’ i miei amici mollarono mentre io continuai. Dopo 4 mesi
vinsi la mia prima gara regionale: vittoria che rappresentó la scintilla che mi
fece capire di poter dire la mia”. L’inizio di questa storia personale
assume grande spessore, grande interesse. Tony continua: “Tutte le Arti
Marziali danno sicurezza in sé stessi e cognizione dei propri mezzi da un punto di vista mentale mentre da un punto di vista fisico
rappresentano un’attività completa per preparazione atletica ed agonismo ed
un’occasione di profonda conoscenza con le proprie caratteristiche ed i propri
limiti. E poi la Kickboxing ti dà la possibilità di sviluppare tante doti
perché ha svariati stili di combattimento: da quello a punti (molto veloce) a
quello che prevede pieno contatto: il classico “KO” per
intenderci”. Tantissimi anni di attività tra ring ed insegnamento
significano anche tanti avversari e tantissimi allievi: “Oltre alle
soddisfazioni personali effimere che possono giungere da un titolo di uno sport
cosiddetto “minore”, quelle più belle rappresentano la certezza di
aver potuto vedere dei ragazzini di 12-13 anni cresciuti con me laurearsi
campioni del mondo o direttori tecnici di nazionali di paesi esteri ma non
solo: partendo dalla frequenza dei miei corsi ho avuto tanti ragazzi che si sono
appassionati così tanto al mondo dello sport da essersi, poi, affermati in una
carriera scolastico-universitaria o lavorativa dettate da questa passione. Tra
i miei ex ragazzi più d’uno si è laureato in scienze motorie, un altro è un
affermato osteopata palermitano e così via.
Sentirmi
dire, oggi, “Maestro, se non ti avessi incontrato oggi non sarei ciò che
sono” è una cosa che mi riempie di gioia più dei titoli vinti da
ragazzo”. Ma – chiedo a Tony – se volessi convincermi a portare in
Accademia da te mia figlia, cosa mi diresti? “Ti direi che la Kickboxing è
una disciplina molto divertente per i bambini. Nulla è mai stato più falso
della semplicistica considerazione che gli sport di contatto o le arti marziali
siano degli sport violenti. Lavoro con tantissimi bambini che credo non si
annoino mai: un giorno lavoriamo sulla velocità, un giorno sull’equilibrio, un
giorno sulle tecniche di braccia ed uno su quelle di gambe… Poi c’è il
combattimento, visto inizialmente come una sorta di “Muffa 21” nel
quale si deve toccare il compagno o rubargli il nastrino postogli sulla cintura
dei pantaloni. Ancor di più, per una femminuccia, potrei dirti che ho sempre
sostenuto che sapersi difendere anche solo da una carezza sul viso non voluta,
male non faccia.
Ho cresciuto
con grande soddisfazione intere generazioni di uomini che oggi, da papà, mi
portano i propri piccoli dicendomi: “Vorrei che l’esperienza che ho
vissuto io possa viverla anche lui/lei”. Da un punto di vista mentale la
Kickboxing accresce l’autostima del giovane oltre che la presa di coscienza
delle proprie capacità. Si tratta di uno sport individuale ma allo stesso tempo
di uno sport di squadra perché il team diviene una grande famiglia nella quale,
come sostengo sempre “Vince uno, vinciamo tutti!”… E a buon
intenditor… Poche parole, caro Tony!!