MAPPÌNA e CANNAVÀZZU. Sono sinonimi uno dell’altro: strofinaccio da cucina, straccio per pavimenti. Ma mentre “mappìna” ha il solo significato materiale, “cannavàzzu”, in allegoria con il suo utilizzo, ha assunto un senso figurato dispregiativo ma espressivo, fiorito e originale, che il dialetto siciliano adotta nella sfera degli insulti: significa “persona senza dignità, che viene meno alla parola data o per altri comportamenti scorretti”. Dire a taluno “sì un cannavàzzu”, letteralmente “sei uno strofinaccio”, è un insulto molto pesante. Etimologia:
“MAPPÌNA” Dal latino “mappa”, con il suffisso diminutivo “-ina”; nell’accezione originaria, significava salvietta, tovagliola da pranzo, che i convitati usavano per portar via gli avanzi del pasto. La voce, secondo Quintiliano, era di provenienza fenicia. Oggi, in italiano, si usa unicamente nel senso di carta geografica o topografica.
CANNAVÀZZU Calco del latino basso “cannabàtium”e “canevàsium” (a sua volta da cannabis, canapa). L’affinità morfo-fonetica dei due termini, siciliano e latino, è tale da ritenere solo parzialmente influente una mediazione del provenzale “canebàs”, del francese “canevas” o dello spagnolo “canamazo”. Snobbato dall’italiano, lo troviamo invece nello spagnolo “canamazo”, nel francese “canevas” e nel provenzale “canebàs”.